I rimedi letterari della Libraia Pazza

  - Non mi chiamo Miriam - questa è la frase che pronuncia una donna nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno dinanzi a quella che ormai è diventata la sua famiglia ; sente il bisogno di cacciare questo segreto che si è tenuta per tutti questi anni e che ha dovuto sopportare per tutto questo tempo ma , che ora ha la necessità di raccontarlo a sua nipote Camilla , forse per liberarsene, per affrontare quei mostri che l'hanno divorata dentro e con cui ha dovuto lottare ogni giorno. Tutto inizia dalla storia di una ragazzina rom di nome Malika che sopravvisse ai campi di concentramento fingendosi ebrea, infilando i vestiti di una coetanea morta durante il viaggio da Auschwitz a Ravensbruck. Così Malika diventò Miriam, e per paura di essere esclusa, abbandonata a se stessa , o per un disperato desiderio di appartenenza continuò sempre a mentire , anche quando fu accolta nella Svezia del dopoguerra , dove i rom malgrado tutto , erano ancora perseguitati. L'autore ha dato voce

  "La fine può essere un inizio. Un idiota qualsiasi direbbe che in ogni cosa , nascosto in ogni occasione che la vita ci presenta, c'è un filo conduttore ben stabilito , una sorta di stringa temporale scaglionata in tre fasi che noi comuni mortali chiamiamo 'inizio - svolgimento - fine -, su cui dovrebbero poggiare gli avvenimenti e che andrebbe a spiegare , nel modo più logico possibile , il perchè di un dato accadimento in data circostanza. La immaginerei come una sorta di regola universale non scritta per cui tutte le cose che ci succedono sono collegate tra loro per la forza grandiosa del cosmo, del Karma e della Sfiga, tutte mescolate assieme in un cocktail altamente distruttivo. Be' , sapete che vi dico? Sono tutte stronzate." Amici parto da questa frase per parlarvi di questo libro e per presentarvi il personaggio che ho amato infinitamente : Marta Bernini. Avevamo imparato un pò a conoscerla nella novella "Blue Christmas" e mi aspettavo che l

  "Dopo un pò , padre e figlio si confondono tra la folla della Ramblas come due figure di vapore, i loro passi perduti per sempre nell'ombra del vento."                                                          L'ombra del vento Questa è la fine di un percorso ma non di un amore che è destinato a durare per sempre; l'amore verso una penna di un autore che si è distinto per l'originalità e lo spessore e con "Città di vapore" Zafon mostra l'abilità per costruire une letteratura propria e inconfondibile in cui si mescolano vari generi come romanzo di formazione, storico, gotico, thriller , romantico, senza che manchi il suo tocco magistrale nel racconto del racconto. Racconti in cui incontreremo alcuni personaggi che conosciamo e che ci siamo tanto affezionati; personaggi che in precedenza ci hanno stregato e anche quelli nuovi, non sono di meno. "Non si tradisce chi ci vuol far affondare , ma chi ci tende la mano, sia pure soltanto per non ric

  RECENSIONE Immaginate di essere un ragazzino di soli undici anni negli anni venti dell'America e che vostro padre dopo la morte decide di affidarvi all'unico parente ; un parente strambo, egocentrico , eccentrico e anche un pò folle , soprattutto quando anche vostro padre non ha avuto altra scelta se non questa. Immaginate tutto questo avendo solo due scelte : cercarvi altri tutori magari più responsabili o , affidarvi ai guai, stravaganze e stili di vita egocentrici e divertenti di Zia Mame; ecco io avrei scelto la seconda. Vado controcorrente e dico che ho amato questo libro e il personaggio di Zia Mame , così bizzarro, fuori dalla norma , eccentrica e contro le tendenze e i buoni valori che andavano rispettati nell'America degli anni venti. "Però vedi tesoro, in questa città non conta cosa sai fare , ma a chi puoi arrivare, e grazie al cielo io posso arrivare a un sacco di gente.." Un personaggio idealista, che ama la vita ed esagerata in tutto ciò che fa che