NON MI CHIAMO MIRIAM

 


- Non mi chiamo Miriam - questa è la frase che pronuncia una donna nel giorno del suo ottantacinquesimo compleanno dinanzi a quella che ormai è diventata la sua famiglia ; sente il bisogno di cacciare questo segreto che si è tenuta per tutti questi anni e che ha dovuto sopportare per tutto questo tempo ma , che ora ha la necessità di raccontarlo a sua nipote Camilla , forse per liberarsene, per affrontare quei mostri che l'hanno divorata dentro e con cui ha dovuto lottare ogni giorno.

Tutto inizia dalla storia di una ragazzina rom di nome Malika che sopravvisse ai campi di concentramento fingendosi ebrea, infilando i vestiti di una coetanea morta durante il viaggio da Auschwitz a Ravensbruck. Così Malika diventò Miriam, e per paura di essere esclusa, abbandonata a se stessa , o per un disperato desiderio di appartenenza continuò sempre a mentire , anche quando fu accolta nella Svezia del dopoguerra , dove i rom malgrado tutto , erano ancora perseguitati.

L'autore ha dato voce  ad una storia profonda, reale e forte mettendo luce su un massacro, nell'epoca più nera e disumana della nostra storia, con delicatezza e allo stesso tempo durezza.

E' un libro che smuove le coscienze ,anche quelle più temerarie; una storia che apre una parentesi amplia su un'etnia , ancora oggi motivo di discussione, quella dei rom.

" Ero poi davvero una rom , ormai? E lo sono adesso? Oppure non sono niente? Né rom, né ebrea, né tedesca né svedese?"

Perchè un colore diverso di pelle, un' etnia , una religione , un orientamento sessuale deve essere definito diverso? Perchè deve essere definito anormale? Non hanno un corpo, un cervello e un cuore come tutti noi?

Allora perchè continuiamo a definirli "diversi"? Per paura? Davvero possono farci paura queste 'diversità'?

Non dovrebbe farci più paura ciò che una mente umana , un essere umano  è stato in grado di fare? Non dovrebbe farci paura e disgusto i milioni di morti che la storia ci ha narrato?

Io credo e penso di sì ; ciò nonostante sono consapevole che queste discriminazioni sono dettate dall'ignoranza e dall'egoismo ma io penso che il mondo si divida in persone belle e persone meno belle, a prescindere dalla razza, dal colore , dalla religione o dall'orientamento sessuale, anzi eliminiamo dal nostro vocabolario la parola razza , che ne esiste una ed è quella in cui fa parte tutto il mondo.

La storia Miriam/Malika ci serve per l'ennesima volta a capire le atrocità commesse prima, durante e dopo; ci serve come promemoria in modo che ciò non accada più, anche se succede ancora oggi in tutto il mondo ma non se ne parla a sufficienza ; ancora oggi esistono lager/ campi di prigionia in varie parti del mondo , ancora oggi ci sono realtà in cui il diritto alla libertà è ancora lontano.

Come combattere? Parlandone , non girando la faccia , affrontando questo tema ma soprattutto smettendola di etichettare o giudicare le persone.

Questa storia mi ha scosso tanto e posso dirvi di averci lasciato un pezzo di me e non posso far altro che consigliarvelo , tenendovi pronti ad ogni scossa emotiva perchè vi travolgerà completamente.

A chi lo consiglio?

A chi ha voglia di interrogarsi, di interrogare il passato,  a chi ha la necessità di conoscere la storia , le storie di tutte quelle persone che hanno sofferto e sono morte : i sopravvissuti , e sono sopravvissuti perchè anche se alcuni di loro sono usciti vivi, un pezzo di loro è morto per sempre in quei maledetti campi di sterminio.

Super consigliato!!

AUTORE : Majgull Axelsson

CASA EDITRICE : Iperborea

PREZZO : 19.50 euro

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