V13 di Emmanuel Carrère


 


Buongiorno amici, come state?

Oggi vi parlerò di V13 di Emmanuel Carrère partendo proprio dal finale, ossia la nascita dell'idea di questo libro ; ce lo spiega nella postfazione Gregoire Lemaneger, vicedirettore della redazione dell'OBS , giornale in cui appunto Carrère , puntuale, ogni lunedì mattina consegnava gli estratti del processo V13, estratti che sono diventati un libro. Perché Carrère? Perché soltanto lui con la sua penna lucida, obiettiva, autentica , poteva parlarcene.

Cos'è il V13? V sta per venerdì e 13 indica quell'agghiacciante notte del 13 novembre 2015 , data degli attentati terroristici di Parigi; una strage che , tra il Bataclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, ha causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti. In queste pagine Carrère riferisce le udienze del processo ai complici e all'unico sopravvissuto degli attentati terroristici.

" Ma uno scrittore a cui nessuno ha chiesto niente e che, come dicono gli psicoanalisti , è legittimato solo dal suo desiderio?  Strano desiderio. Io non sono rimasto coinvolto negli attentati , e nessuno dei miei cari lo è stato. Però mi interessa la giustizia. Il processo che si apre oggi non sarà , come a volte si dice, la Norimberga del terrorismo ma sarà qualcosa di altrettanto enorme, qualcosa di inedito, e voglio seguirlo : primo motivo. Un altro è che, pur non essendo un esperto di Islam, e tantomeno un arabista , mi interessano anche le religioni, le loro mutazioni patologiche - e questa domanda: dove comincia il patologico? Dove comincia la follia, quando c'è di mezzo Dio? Che cos'ha nella testa quella gente? Ma il motivo fondamentale non è nemmeno questo. Il motivo fondamentale è che centinaia di esseri umani accomunati dal fatto di aver vissuto la notte del 13 novembre 2015, di esserle sopravvissuti o di essere sopravvissuti a quelli che amavano, si presenteranno davanti a noi e parleranno. Un giorno dopo l'altro , ascolteremo esperienze estreme di morte e di vita , e penso che, fra il momento in cui entreremo in quell'aula di tribunale , e quello in cui ne usciremo, qualcosa in noi tutti sarà cambiato."

V13 appare sin dalle prime pagine lineare , lucido partendo dall'appello , elencando i nomi degli imputati fino ad arrivare alle parti civili e alle loro testimonianze, testimonianze che devastano dentro. Carrère , passo dopo passo, ci mostra la differenza tra morale e giustizia , portandoci ad una domanda che vi tormenterà per tutto il processo : una vita vale più di un'altra? Le vittime dei Bistrot valgono meno di quelle del Bataclan? Quelle dello Stade De France valgono meno dei Bistrot? Quelle irachene, iraniane, siriane valgono meno delle vittime occidentali? Qual è il metodo di giudizio?

"Ah sì, sei una vittima degli attentati? Eri al Bataclan? No? Fuori dai locali, allora? No? Allo Stade de France? C'è stato un attentato allo Stade de France? Ah, non lo sapevo. "

" A quelli dei Bistrot si presta meno attenzione che a quelli del Bataclan, e a quelli  dello Stade de France meno  che  a quelli dei bistrot, ma quelli di Rue du Corbillon non si sono nemmeno potuti costituire parte civile perché non sono vittime dei terroristi ma delle teste di cuoio."

Vi darete una risposta o forse no, quello che è certo è che Carrère riesce ad essere sempre obiettivo , ponendosi lui stesso delle domande e talvolta cambiando anche prospettiva.

Le testimonianze di chi è sopravvissuto a quella notte , dei familiari e amici che quella notte qualcuno hanno perso sono toccanti, devastanti , ti fanno vacillare mostrando altri lati oscuri come quello dello sciacallaggio di notizia, di chi ha inventato di aver perso qualcuno per far parlare di sé e se ciò ci inorridisce, allo stesso tempo ci fa capire quanto l'essere umano sia narcisista, egoista e talvolta malato. C'è da invidiare chi quella notte ha vissuto l'orrore? Per dire cosa, sono sopravvissuto? Perché chi ha vissuto quella notte è quello che fa : sopravvive. Sopravvive all'orrore, ai sensi di colpa di essere vivo, al sangue, alla tragedia. 

V13 è stato un portone che si apre su una cosa che si è parlato sempre con superficialità, senza sentimento , solo per fare notizia mentre Carrère è riuscito a farci entrare in questo diario di processo facendoci apire le menti e i cuori.

" Si parla troppo, e con troppa compiacenza , del mistero del male. Essere disposti a morire per uccidere , a essere disposti a morire per salvare : qual è il mistero più grande?"

V13 va letto perché su una materia difficile e scivolosa, Carrére è riuscito a stare in equilibrio, lucido e attento , regalando al lettore la possibilità di perdersi in un milione di domande. Va letto perché , nonostante il processo , ti chiede di decidere da che parte stare,  nel finale si capiscono le motivazioni di entrambi le parti perché è un processo in cui nessuno ha vinto come in ogni guerra, in ogni tragedia. Né sconfitti, né vincitori solo dolore e la consapevolezza che non si sarà mai al sicuro fino a quando il potere governerà il nostro quotidiano.

Un libro in cui ognuno di voi sarà libero di giudicare. immedesimare, capire; un libro che appena vinto il Premio Strega europeo ma già dalla candidatura avevo capito che Emmanuel si sarebbe portato questo Premio a casa , perché per chi ha già letto qualcosa di suo, sa quanto sia fondamentale la sua penna, sempre lucida, attenta anche a quei dettagli a cui noi non faremo caso ma che lui ti mostra cambiando completamente il modo di vedere.

Voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Vi siete schierati?

Un abbraccio 

La vostra libraia pazza.

Commenti

Post popolari in questo blog

IL BALLO DELLE PAZZE DI VICTORIA MAS

CIAO MICHELA

La lettura condivisa e i suoi benefici