IL MIO NEMICO MORTALE


 

Willa Cather ha costruito una storia magistrale che indaga i mille risvolti dell'animo umano, mettendo in scena una figura tormentata , capace di grandi passioni , ma inadeguata ad adattarsi a una quotidianità semplice.

E' la storia di Myra Driscoll che scappa di casa per sposare in segreto Oswald Henshawe , rinunciando così a una cospicua eredità.

E'un atto romantico in cui ci  si aspetta di conseguenza un proseguo di emozioni ma ciò non succede , tanto è vero che molti anni dopo alla domanda della sua amica  <<Siete stati felici tu e Oswald >>arriva la sua risposta glaciale << Felici?Oh sì, come la maggior parte della gente>>; una risposta che fa pensare a tutto tranne che alla felicità e viene da dirsi che il sacrificio fatto da giovane non sia servito, ma perché? Perché ciò che lei ha scelto non l'ha resa felice se prima lo era? Cosa è andato storto? Assolutamente nulla , semplicemente che la felicità e il peso che si dà a essa è strettamente proporzionale all'età e all'importanza che si dà a quel momento. Domandiamoci questo : Ciò che ci piaceva e ci rendeva felici quand'eravamo piccoli ci può rendere felici tutt'oggi? Io credo che la risposta in molti di voi sia negativa ed è semplice , molto semplice .

La felicità si racchiude in attimi, attimi di follia in cui a volte ci sentiamo così potenti da sfidare tutto e tutti tanto da  prendere decisioni che in quel momento ci rendono felici ma che non è detto che alla lunga resti.

E' questione di proporzioni, di cuore, di emozioni.

Il nostro corpo agisce per metà dal cervello e per l'altra metà dal cuore ma entrambi sono collegati e quindi si uniscono anche quando prendiamo determinate decisioni.

Myra Driscoll è un personaggio che non si ama facilmente , soprattutto perché cerchiamo di estraniarci dall'egoismo che la possiede , ragioniamo con la testa di uno spettatore che giudica , mentre dovremo impersonarci in lei e capire quante similitudini ci sono e quanto l'essere umano abbia mille sfumature fatte di luce  e di tenebra.

La quotidianità che poteva ammaliarci all'inizio, la bellezza delle piccole cose che ci avvolgeva  può finire, semplicemente perché diamo importanza ad altre cose che possono essere la posizione sociale, lavorativa ed economica e in quanto tale , credo, che nessuno può esprimere un giudizio oggettivo.

Credo che questo libro in maniera indiretta sia uno schiaffo alla nostra moralità che ostentiamo. Cambiare idea, non accontentarsi, volere di più è immorale? Non credo. Credo che siano semplicemente lati umani che possono piacere e non piacere ma che non possiamo giudicare.

"L' alba è il tempo del perdono. Quando la prima striscia di luce, fredda e splendente, compare sull'acqua è come se tutti i nostri peccati venissero sanati e il cielo si piegasse sulla terra, baciandola per renderla redenta."

Non so se avete letto questo libro ma io ve lo consiglio, anche soltanto per indagare il vostro vero io, un io che spesso soffochiamo perché la società , in un certo senso, ce lo impone.

Leggete questo libro liberamente, come persone astratte.

Credo che questo libro sia un rimedio letterario per affrontare i lati oscuri in cui gli altri ci fanno credere che non vadano  bene , in modo da  accettarli e conviverci, senza troppi sensi di colpa.

La scrittura è fluida ma diretta.

Complimenti a Willa Cather per aver ideato una storia che esplora i vari lati umani, e ricordo che è stata un'autrice americana che nel 1923 ha vinto il Premio Pulitzer con " Uno dei nostri" che molto probabilmente leggerò in futuro.

Spero che questa recensione vi abbia incuriosito almeno un po'.

La vostra libraia pazza

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