L'AVVERSARIO

 


L'autore Emmanuel Carrère cerca di ricostruire il movente e la personalità di Jean-Claude Romand . autore dell'omicidio dei propri genitori , della moglie e dei propri figli. I genitori avevano insegnato a Jean-Claude l'imperativo di non mentire; Jean-Claude inventò la prima menzogna già da adolescente , probabilmente per rendersi interessante. Si iscrisse poi alla facoltà di medicina, contro il parere dei genitori che desideravano seguisse la tradizione familiare dello studioso di agraria , attratto forse dal suolo sociale dei medici e dal desiderio di conoscere le malattie.

La menzogna più importante , quella che ne condizionò l'esistenza futura , la raccontò alla fine del secondo anno di università , quando non si presentò agli esami, ma disse a casa che li aveva superati ed era stato ammesso al terzo anno. Da allora fu obbligato a condurre una vita immaginaria , senza speranze per il futuro, con il terrore costante di essere scoperto, preoccupandosi di trascorrere il tempo che avrebbe dedicato allo studio o al lavoro , e di procurarsi il denaro nonostante la mancanza di un lavoro.

L'autore cerca di immedesimarsi nell'assassino trovando difficoltà, paura e vergogna rendendosi conto di avvertire anch'egli quelle pulsioni che avevano spinto Romand alla menzogna e all'omicidio, come se fosse ispirato da "Satana" per cui il nome "L'avversario".

E' una storia  difficile da digerire ma soprattutto da comprendere ma credo che quello che ha voluto mostrarci l'autore sia l'altra faccia di una personalità scottante che tramite le sue menzogne non capisce più quale sia il vero grado della realtà; psicologi, psichiatri non sanno spiegarsi ma forse perché non ci deve essere davvero una spiegazione.

Si nota una certa perfezione maniacale nel dimostrarsi il più normale possibile davanti agli altri , prima e dopo l'omicidio, senza mostrare segni di sbandamento o nervosismo; una calma che fa quasi rabbrividire e in cui nel tranello ci sono cascate molte persone, anche dopo.

Chi è Jean-Claude Romand ? Come è riuscito a non destare mai un minimo sospetto nel prossimo e in ciò che faceva? E' su questo che si è basato chi ha indagato , rispondendosi che è stato semplicemente perfetto nel personaggio che ha creato e che si è cucito addosso da non mettere neanche per un secondo un dubbio nel mondo esterno.

Si sarebbe mai scoperto il suo castello di bugie? Molto probabilmente sì e forse si trova anche la motivazione nei suoi omicidi senza tuttavia avere la certezza netta che non lo avrebbe fatto comunque.

" E ' il suo modo di essere, non può fare altrimenti e penso che lo faccia più per ingannare se stesso che per ingannare gli altri."

Credo che questo assassino sia partito sin dall'infanzia da una forte base di insicurezza, che con il tempo è peggiorata , tanto da costruirsi una vita non vera , proprio come un vero film.

Nonostante non tratti una tematica propriamente piacevole , soprattutto se si pensa che è una storia vera, devo dire che mi è piaciuta molta l'analisi effettuata da Carrére in cui non si sofferma sui fatti accaduti ma sulla personalità tentata di Romand.

Jean-Claude Romad è l'avversario di se stesso, apatico, calcolatore, bugiardo ma allo stesso tempo conquistatore e affabulatore dell'interlocutore che ha davanti, ed è grazie a questo che è riuscito a crearsi il suo mondo di menzogne.

Questo libro va letto decifrando parola per parola, lasciando che Carrère vi faccia entrare nella testa di un affabulatore,bugiardo omicida.

Buona lettura 

L a vostra libraia pazza

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