LA FELICITA' DEL LUPO



 Fausto si è rifugiato in montagna perché voleva scomparire , Silvia sta cercando qualcosa di sé per poi ripartire verso chissà dove.

Lui ha quarant'anni, lei ventisette : provano a toccarsi, una notte , mentre Fontana Fredda i prepara per l'inverno .

Intorno a loro ci sono Babette e il suo ristorante , e poi un rifugio a più di tremila metri, Santorso che sa tutto della valle, distese di nevi e d'erba che allargano il respiro.

Persino il lupo che mancava da un secolo , sembra aver fatto ritorno. Anche lui in cerca della sua felicità.

"La montagna la pensavi in un modo quando ci vivevi, e in un altro quando ne stavi lontano."

Questa è una storia che si divide in tre parti; una parte iniziale in cui Fausto e Silvia si trovano come due anime perdute che si sono guardate , cercate  e amate, due persone che al momento non vogliono pensare al futuro ma godersi il momento.

Una seconda parte in cui le loro strade momentaneamente si separano, ognuno in cerca di un pezzo di sé , ognuno alla ricerca di qualcosa che forse alla fine trovano. Silvia decide di andare al Rifugio e scoprire davvero la montagna e le emozioni che suscita; vede con i suoi occhi come la distanza tramite l'altitudine della  montagna sia piccola e tutto sembra più vicino, prova la pace e la serenità che può dare il paesaggio che regala, prova la forza di scalarla e di sentirsi piena, forse per la prima volta in vita sua, mentre Fausto continua a cercarla e ad amarla.

L'ultima parte è quella degli addii e degli arrivederci, è la parte in cui ogni singolo personaggio ha trovato un senso di stallo della propria vita , una propria felicità e serenità fatta di luoghi, di stagioni e di momenti  proprio come la felicità del lupo che è mobile , mai fissa , poiché sa bene che la felicità non la si trova mai in un unico posto ma muovendosi , esplorando e assaggiando ogni momento.

"Un albero viveva dov'era caduto il suo seme, e per essere felice doveva arrangiarsi lì. I suoi problemi li risolveva sul posto , se ne era capace, e se non era capace moriva."

Devo essere sincera, inizialmente non avevo tanta empatia e affinità, non riuscivo ad immedesimarmi, a comprenderli ; non comprendevo la bellezza naturale della montagna e le emozioni che faceva provare ma , man mano che la storia prendeva vita , ho iniziato ad avere un certo legame , un' emozione e la voglia di andarci. 

Mi sono immaginata il freddo pungente , l'arrampicata , i tramonti , l'alba ma soprattutto la vista, soprattutto quella e allora sono rimasta incantata , proprio come se lo avessi visto di persona; Cognetti è riuscito a descrivere tutto perfettamente , a narrarci una storia con note delicate come una canzone. Pura poesia.

L' aggettivo che uso per descrivere questo libro è : quiete e lo consiglio a chiunque ha bisogno di trovare questo tipo di pace e silenzio.

Vi abbraccio

La vostra libraia pazza.

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