LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO

                                       

                                              Recensione


 Questa è la storia di Erri e di come la sua vita venga travolta da un ciclone in pieno giorno quanto Matilde, la moglie lo lascia.

I segnali c'erano tutti ma Erri ha fatto sempre finta di non vederli, di pensare che magari poi passava e invece un giorno , un' onda ha distrutto il suo castello di sabbia mostrando le fragilità del loro rapporto, soprattutto quando la loro unione si basava soltanto sui vari tentativi di concepire un figlio, diventando un'ossessione.

Un' ossessione che distrugge rapporti e le persone.

Erri , ora, non ha più scuse per rimandare l'appuntamento con il suo destino, ma prima deve arrivare a capire il perché del suo essere apatico  e sempre con un filo di tristezza che lo impersona , e per farlo deve partire dal suo passato , dal suo rapporto con la sua famiglia, leggermente allargata, partendo dalla figura di sua madre Renata, donna autoritaria e determinata, leader indiscussa.

"E' buffa questa cosa che facciamo pagare agli altri le colpe dei nostri genitori. Ognuno se ne va in giro con un mucchietto di dolore incapsulato dall'infanzia , alla ricerca della persona giusta cui restituire un pò dei torti subiti. Alcuni riescono a bloccare la catena dell'odio grazie a un granello di amore incontrato per caso, ma la maggioranza, purtroppo, continua inconsapevole a far girare l'ingranaggio."

Ma non è tutto oro ciò che luccica e ciò che vediamo di ogni singolo personaggio è solo una maschera portata per troppo tempo.

Confesso che questa storia non mi ha entusiasmato o colpito molto , non trovando o non percependo , l'ironia che è scritta nella trama.

Ho vissuto questa storia come i tipici drammi familiari all'italiana , sempre con un filo di tristezza da accompagnamento.

E' vero ha trattato varie tematiche delicate come quello del figlio messo sempre in un angolo , con un padre non proprio presente e una madre fin troppo .

Erri ha vissuto quello che io chiamo " esclusione marginale" che ti segna il carattere e anche un pò la vita ma non mi è piaciuto come lo ha fatto : ho percepito troppa apatia.

E' la prima volta che mi capita nei libri di Lorenzo Marone di percepire questa sensazione non riuscendo ad entrare o affezionarmi ai personaggi.

Tuttavia mi sento di consigliarvelo perché ogni storia è soggettiva e cambia da persona in persona.

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